29 Nov RHAPSODY IN BLUE: fiato al pianoforte
RHAPSODY IN BLUE: FIATO AL PIANOFORTE
Rhapsody in Blue di George Gershwin è una delle composizioni più sfruttate a livello cinematografico fin dalla sua pubblicazione. L’assolo iniziale del clarinetto, il cui trillo è uno dei più iconici della storia della musica, dà il suo là a 20 minuti di divertimento, blues e liricità, riuscendo a rendere ancor più globale il linguaggio musicale.

Pur essendo pensata non solo per orchestra, pianoforte solo e pianoforte&orchestra, ma anche per due pianoforti, chissà perché il compositore americano non ne ha ideata una di proprio pugno per pianoforte a quattro mani.
Interrogativo lecito se si pensa che i grandi compositori del passato hanno consegnato ai posteri anche arrangiamenti delle proprie opere orchestrali per questa formazione (proprio Rapsodie Espagnole può essere presentato anche a due pianoforti senza alcuna aggiunta o variazione delle parti).
In aiuto al nostro estro e alla nostra ricerca di un suono “il più orchestrale possibile”, però, quattro anni fa abbiamo avuto modo di confrontarci con un arrangiamento firmato Henri Levine (profondo conoscitore delle opere di Gershwin). Se, da un lato, la versione per pianoforte a 4 mani ovviamente non permette di riprodurre alla perfezione, tra gli altri, quel timbro iconico del clarinetto, dall’altra si aprono le porte del paradiso armonico e strutturale che spesso un’orchestra, per ovvie questioni, è costretta a sacrificare.
La versione di Levine permette di dare fiato alle trombe, di giocare tra ribattuti e pomposità come solo la meccanica e la timbrica del pianoforte possono fare, di lavorare in maniera certosina nell’interazione tra le parti, nell’eludere ed illudere l’ascoltatore che il pensiero di due unisce e fonde quello di ventitre per essere assorbito e prodotto nell’uno.
Rhapsody in Blue è la perfetta sintesi del nostro modo di intendere la musica: divertimento, lirismo, sinuosità, ‘piacioneria’, raffinatezza, esplosione, cambi di scena e teatro.
Insomma, due Di Caprio nel Grande Gatsby dei giorni moderni.
E in quale città non proporre tutto questo se non ai piedi della Tour Eiffel?
6.12.2022
Concerto per l'Istituto Italiano di Cultura di Parigi